Un paio di giorni fa sono tornato a vedere il campo con le colture che sverneranno. È stato un autunno piuttosto caldo e asciutto, ma ciò non sembra essere stato un problema per agli, piselli e fave. Abbiamo seminato solo semente bio e non trattata, e la percentuale di germinazione è stata altissima. In circa 200 metri quadrati abbiamo seminato: 1 kg di fava superprecoce (obiettivo: fava fresca per il primo maggio, quassù!), 1 kg di piselli mezzarama e 4 kg di aglio rosso (di cui 3 di aglio rosso di Sulmona). Anche l’orto autunnale continua a darci soddisfazioni. Da mesi raccogliamo verze, baresane, porri, finocchi, cavolfiori etc etc. L’altro giorno ho raccolto il cavolfiore verde maceratese più grande che ho mai visto, almeno 3 kg.
Da sx: piselli, aglio e fave pronti ad affrontare l’inverno (se quest’anno arriva)Un cavolfiore gigante coltivato al Bellavista
La prima volta che ho coltivato un orto come molti neofiti pensavo che la cosa andasse per sommi capi così: in primavera pianti tutto, in estate raccogli, in autunno e inverno aspetti la primavera davanti al camino. Non è vero che funziona così. Molte cose si possono riseminare a ciclo continuo per mesi e in ogni stagione si può coltivare qualcosa. Per esempio, al Bellavista in primavera abbiamo fatto partire diverse ondate di colture estive, in estate abbiamo impiantato tre ondate di colture autunnali\invernali e adesso abbiamo iniziato le semine autunnali. Al momento nei nostri orti sono presenti i residui delle colture estive (gli ultimissimi pomodori, fagiolini, zucchine etc etc), le colture autunnali (8 varietà di brassicacee, finocchi e porri a diversi stadi di sviluppo) e le colture a ciclo continuo (insalate e indivie). Ora siamo pronti per l’ondata di piantate autunnale, che non è meno importante di quelle primaverili o estive, anzi.
L’orto estensivo ieri mattina. In campo ci sono ancora le piante dei pomodori da salsa (la fascia verde a sinistra dello spaventaistrici), delle zucche (tonde e tromboncini) e una fila di girasoli. L’area a destra (dove avevamo coltivato patate) è quasi libera ed è pronta per essere lavorata e seminata.
Qua sull’alta collina appenninica questo è il momento giusto per impiantare l’aglio e per seminare fave e piselli. Ieri, nel campo\orto estensivo al Bellavista (del quale parlo qui) abbiamo iniziato con le lavorazioni e con le semine. Prima di tutto abbiamo liberato il campo dalle ultime colture ancora in campo (zucche, gli ultimi pomodori da salsa, una fila di girasoli per i polli), poi abbiamo fresato con un motocoltivatore ed eliminato manualmente erbe invasive e residui colturali. La prima cosa che abbiamo seminato immediatamente dopo la fresatura è una varietà di fava super precoce. Nei prossimi giorni, meteo permettendo, impianteremo aglio di diverse varietà e semineremo piselli e taccole. L’obiettivo è avere una produzione per maggio, il mese più povero di raccolti.
Il campo è stato liberato dai residui delle colture precedenti e la terra viene fresata per seminare leguminose e impiantare l’aglio.
Oggi volevo piantare fave per fissare azoto nel cumulo degli asparagi. Non avevo fave da seme salvate da me e non sono riuscito a trovarne di salvate da altri. Ho comprato dei semi commerciali, quelli che piantano tutti da queste parti. Quando stamattina ho aperto la confezione e ho visto i semi rosa, trattati con thiram(tetramethylthiuram disulfide), ho avuto un moto di repulsione. Non ho voluto avvelenare l’orto. Ho piantato piselli biologici non conciati.
Quest’anno ho seminato ceci (Cicer arietinum) in tempi diversi da Marzo fino alla II° decade di Maggio. I ceci seminati a fine Marzo e ad Aprile erano pronti per la raccolta già in Agosto, quelli seminati a Maggio invece non avrebbero avuto più tempo di seccare sulla pianta e sono stati raccolti freschi oggi. La semina tardiva è stata un insuccesso (volevo ottenere ceci secchi da granella), ma anche una scoperta culinaria: i ceci verdi freschi sono buoni sia crudi come le fave, sia cotti in padella come i piselli freschi. Una semina azzardata mi ha fatto scoprire un prodotto introvabile sul mercato in un periodo improbabile per i legumi freschi come fave o piselli.