Cucurbita devanàgari

Pattern naturali e alfabeti umani devono avere qualcosa in comune. Infatti ieri, per un attimo, ho attivamente cercato di leggere le zucche che ho raccolto. La mia mente ha cercato di interpretare le forme prodotte dai pattern di crescita dei Tromboncini e di ricondurle a forme note. È quella che tecnicamente viene definita una pareidolia. Ho pensato agli alfabeti georgiani e alla devanàgari del subcontinente indiano ma soprattutto all’alfabeto singalese, memorie ormai sbiadite del corso di Glottologia all’università. Per un po’ mi sono trastullato con l’idea che le zucche mi stessero mandando un qualche messaggio nel loro sinuoso alfabeto cucurbitaceo. Al di là delle speculazioni metafisiche, nel mondo reale ho fatto un buon raccolto. Quattro piante di Tromboncini di Albenga (Cucurbita moschata di cui parlo anche qui) hanno reso molte zucchine ad inizio stagione e sedici o diciassette grosse zucche mature per l’autunno-inverno. Addirittura, da quando le zucche sono mature, le piante hanno ricominciato a produrre nuovi frutti e se il tempo regge ne abbiamo ancora per qualche settimana. Non ho fatto calcoli precisi su quanto abbiano prodotto quattro sole piante, ma siamo sicuramente sopra i settanta kg. Nella foto: io mentre cerco ispirazione per decifrare il messaggio occulto pervenutomi sotto forma di misteriose zucche contorte.

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2 pensieri su “Cucurbita devanàgari

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